Scritto ascoltando Marie douceur - Marie colère, Marie Laforêt

Da alcuni mesi con lo studio stiamo seguendo due nuovi brand di lusso. Gran parte del lusso al quale siamo abituati oggi è un lusso tutto sommato accessibile, se consideriamo come lusso una borsa costosa o un'automobile tedesca. Riuscire a immedesimarsi nel potenziale cliente per quanto non sia banale, non è impossibile ma questi due nuovi brand ci hanno portato in una nuova dimensione nella quale parliamo di potenziali clienti con una disponibilità liquida di almeno 500M$. In pratica abbiamo un target di 2.755 persone al mondo: i Miliardari.

La letteratura a riguardo non è moltissima ma negli anni non si è trasformata in maniera così radicale. In pratica descrive i Miliardari come la persona che ognuno di noi ha provato ad essere almeno una volta nella vita: sveglia presto, un buon allenamento, mangiare bene, limitare gli eccessi, preferire un buon libro allo scrolling nei social media.

Non posso dire di leggere poco ma sicuramente scrollo molto: in ascensore scrollo, aspetto qualcuno e scrollo, mi annoio e scrollo, guardo un film e scrollo, sono al bar e scrollo. Lo scrollare è diventato una sorta di antidoto alla noia, non appena sento che per un attimo non ho nulla da fare apro Instagram e se mi annoio passo a Facebook e se mi annoio passo a LinkedIn e se mi annoio torno a Instagram.

Nella speranza di migliorare il rapporto con lo scrolling ogni giorno guardo i dati di utilizzo del mio iPhone e sono devastanti: uso il telefono quasi quaranta ore a settimana e di queste più della metà sono sui social media, solo su Instagram passo quasi due ore al giorno giustificandomi che alla fine è parte del mio lavoro.

Ma non è il lavoro che devo fare oggi, oggi devo entrare nella mentalità di un Miliardario così ho cominciato rimuovendo la triade della mia noia: Instagram, Facebook e LinkedIn. Dopo circa un mese questo è quello che ho capito.

Non mi manca il tempo, lo spendo male

La consapevolezza che stavo investendo il tempo nella maniera sbagliata era piuttosto chiaro ma non sufficiente per farmi allontanare dai social. Riempire il tempo si è trasformata in un'attività di nuovo attiva che mi ha portata a fare (o rifare) cose che facevo in un'epoca meno social come banalmente riprendere a scrivere ma anche a decidere di andare a dormire senza addormentarmi con il telefono tra le mani.

Fare più attività fisica, leggere di più o anche solamente fissare la libreria ripensando a tutto quello che ho letto e lasciandomi guidare nei ricordi. In qualche modo decidere di fare niente, assolutamente niente, è stato inizialmente una scelta obbligata, ora una scelta e basta.

Lavorare è più piacevole

Recentemente iOs ha integrato degli strumenti per il controllo delle notifiche che uniti alla rinuncia di tutte le notifiche social si è trasformato in una generale maggiore concentrazione, in meno ansie e in una maggiore capacità organizzativa sulle attività della giornata. In pratica lavorare è diventato un po' più semplice, un po' più piacevole e un po' meno in termini quantitativi. Niente male!

La qualità della vita è più alta

Questo sembra forse esagerato ma la sensazione è che le giornate sembrano più lunghe, più ricche. Mi capitava spesso che quando una persona cominciava a raccontare qualcosa la interrompessi dicendo "ah sì, l'ho visto nelle Stories" facendo così crollare la conversazione.

Da un certo punto ho riscoperto la possibilità di lasciarmi sorprendere e di apprendere dalle persone rispetto che da un display, che si tratti di una nuova campagna, di una gaffe dei Ferragnez o della release di una nuova borsetta.

Soffro anch'io di FOMO

FOMO, Fear Of Missing Out. Ho letto parecchio a riguardo anche in tempi meno sospetti e giustificandomi che essere perennemente connessa era parte del mio lavoro ho sempre pensato di non soffrirne.

Questo esperimento mi ha confermato che anch'io come forse tutti ne soffro, talmente tanto che ho riscaricato Instagram con l'ansia che qualcuno potesse scrivermi lì invece che su Whatsapp (cosa effettivamente successa) ma mi piace pensare che ne stia facendo un utilizzo migliore. Speriamo.

Libro consigliato: Come annoiarsi meglio di Pietro Minto, Blackie Edizioni (2021)